Via Francigena

I primi riferimenti di questo antico tracciato risalgono al IX secolo (D.c.) e si riferivano ad un tratto di strada nella provincia di Siena come riporta un’antica pergamena risalente all’876 e conservata nell’Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata. Anche se in realtà per avere la prima descrizione del tracciato conosciuto come via Francigena dovremo aspettare la fine del X secolo, quando il Vescovo Sigerico di Canterbury di ritorno da Roma per ricevere il pallium papale, segnò il tracciato compiuto che da Roma lo riportò a Canterbury. Il passaggio della via Francigena nel medioevo, struttura viaria che metteva in collegamento l’Italia con l’Europa e viceversa, favorì il ripopolamento e lo sviluppo di molte comunità come avvenne anche per l’area valdelsana. Il precorso della Francigena descritto dall’arcivescovo Sigerico, probabilmente entrava nel territorio comunale di Colle non troppo lontano da Campiglia dei Fosci, come testimonia la Chiesa di San Bartolomeo. Attraverso un tracciato approssimativamente ricostruibile, doveva poi proseguire per Boscona dove si trova un’altra chiesetta romanica dedicata a San Michele per poi dirigersi verso Pieve d’Elsa già menzionata dal Sigerico. Proprio all’altezza delle Pieve, oggi non più esistente, una strada a sterro conduce ai bagni di San Marziale o Caldane, vecchie terme conosciute da etruschi e romani.

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