Museo di San Pietro – Ex Conservatorio

Il Museo di San Pietro, oggi ospitato nell’ex conservatorio omonimo è il risultato della fusione di ben 4 differenti collezioni: il Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra, la Collezione del Conservatorio di San Pietro, la Collezione Romano Bilenchi e la Collezione di Walter Fusi. Dopo i necessari lavori di restauro nel 2017 il Museo di San Pietro ha aperto le sue porte al pubblico, restituendo in maniera definitiva ed unitaria alla comunità colligiana una grande storia fatta di arte, fede e persone. Il percorso espositivo racconta la storia di questa città attraverso le maggiori espressioni d’arte, attraverso un dialogo costante tra religiosità e ambizione civica tipica dei comuni medievali. Pensata dal punto di vista cronologico, la narrazione museale che si sviluppa su 2.000 metri quadrati con un corpo di oltre 200 opere esposte, procede per sezioni distinte da una suggestiva palette di colori e da un gioco di lettering che si riferisce all’epoca rappresentata con arredi minimali e neutri per non adombrare opere e architetture interne. La visita al Museo inizia al primo piano con l’esposizione di opere d’arte sacra che raccontano il percorso di fede nella Valdelsa, dalle origini fino alla nascita della Diocesi di Colle (1592). Prosegue nelle sale successive dove si trovano le collezioni civiche che risalgono al XIX e al XX secolo, dove sono custodite le opere dei pittori colligiani Antonio Salvetti e Walter Fusi. Il percorso si chiude con una sezione interamente dedicata alla Collezione di Romano Bilenchi, tra i più importanti scrittori e intellettuali italiani del secondo dopoguerra. Qui si trova una preziosa selezione scelta dalla nutrita biblioteca dell’intellettuale colligiano alla quale si uniscono le opere di Ottone Rosai, Moses Levy e Mino Maccari. La raccolta del Museo di San Pietro offre un ampio e prezioso panorama della produzione artistica in Valdelsa dal VI al XX secolo che spazia dalle pregevoli manifatture altomedievali passando per spettacolari pale d’altare, crocifissi, sculture e capitelli fino ai più recenti dipinti macchiaioli.

Il Monastero

Il monastero di San Pietro fu costruito tra il 1603 e il 1606 per volontà del segretario granducale e vescovo di Arezzo Pietro Usimbardi (fratello di Usimbardo vescovo di Colle) che affidò l’incarico all’architetto Giorgio Vasari il Giovane. Il progetto prevedeva nel pian terreno un chiostro con logge, una chiesa, parlatori combinati con ambienti comuni e stanze per il lavoro quotidiano, mentre nel piano superiore furono collocate le celle, il dormitorio, il guardaroba e la camera della badessa. Il progetto del monastero di Colle rappresenta uno dei rari lavori portati a termine dal Giovane Vasari, meglio noto per le sue attitudini teoriche più che pratiche. Il monastero, di regola agostiniana inizialmente accolse 22 ragazze pronte a farsi monache con una rendita annua garantita dal fondatore. Alla fine del Settecento il monastero fu trasformato in conservatorio femminile e da quel momento in poi ha avuto una funzione educativa per convittrici interne e alunni esterni. Prima di diventare la prestigiosa sede del Museo San Pietro ha ospitato le scuole magistrali. 

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